Agli inizi era solo un rigagnolo: qualche appassionato, talvolta dei vagabondi, spesso dei turisti. Una élite (?), degli apripista, dei pionieri, diremmo noi…c’é sempre qualcuno che apre una via ed altri seguono poi le tracce…
E questo rigagnolo é diventato fiume.
*Fare l’accoglienza a Saint Jean pied de port o a Roncesvalles permette di vedere la dimensione che ha preso questo rigagnolo oggi, ma non di valutare le sue componenti e le sue motivazioni. Non abbiamo il tempo per farlo né la distanza necessari e sufficienti. Vediamo il fiume, ci siamo dentro. Il rigagnolo diventato ruscello e poi fiume e che talvolta si trasforma in una inondazione. L’accueil di st Jean PP o di Roncesvalles é come la diga che apre le sue paratoie e lascia passare il flusso (dei pellegrini).
*Essere hospitalero, come qui a St Palais, a Cizur menor o in altri albergues, permette di vedere le diverse componenti, età, stagioni, motivazioni, variazioni di questo fiume.
Al di là dell’aspetto “gestione dell’albergue” (pulizie, cucina, planning) la differenza é anche nel “tempo”: l’accoglienza “ad personam” e la possibilità di avere un più lungo contatto quotidiano (o più) con le componenti di questo fiume di umani. Siamo, insomma, in una posizione privilegiata “ai bordi dei cammini”, come sulle rive di un corso d’acqua e questo ci permette di farci qualche riflessione.
Le stagioni dei Cammini
Se i mesi estivi restano i più frequentati, soprattutto in Spagna, la primavera e l’autunno registrano forti aumenti di frequenza, mentre l’inverno rimane una eccezione.
Da Pasqua alla fine settembre, per una, due settimane per fare i 100 o 200 km, o per un mese o più per percorrere un più lungo cammino, ormai la stagione piena dura otto mesi e si sceglie un cammino o uno spezzone sulla base del tempo disponibile. All’epoca primordiale dei pellegrinaggi questa possibilità non esisteva, tutti dovevano partire da casa loro, ma nei nostri tempi moderni, é una scelta quasi obbligata dalla vita reale che ci condiziona tutti.
Le età dei Cammini
Una ricerca costosa, durata anni, é stata pubblicata all’autunno 2006 e le sue conclusioni descrivono la solitudine dei seniors. Se fossero venuti sui cammini, avrebbero visto con i loro occhi questa realtà che noi conosciamo bene. Anno dopo anno, sempre più persone di una certa età percorrono i sentieri verso Compostella e non solamente…
Voglia di mettersi alla prova, piacere di incontrare altre persone, di uscire dalla propria solitudine o disperazione, di andare fuori dalla propria routine, dappertutto in Europa, e non solamente, i seniors si mettono in marcia, tutto l’anno.
Anche se luglio ed agosto sono in gran parte riservati ai meno di 45 anni (lavoratori, studenti, vacanzieri), sono i seniors che anno dopo anno fanno vivere i cammini, li sviluppano, li nutrono e bisogna tenerne conto per verificare le nostre scelte, per ben preparare accoglienze e albergues, e meglio equipaggiarli, là dove ce n’é bisogno…
Lo sport ed il turismo
L’attrazione della marcia a piedi, con o senza lo zaino, con o senza auto al seguito, alimenta questa voglia di cammini. I puri e duri vi diranno che il vero cammino é quello che si fà partendo dalla porta di casa fino a Compostella e Finisterra come nel Medioevo. Ma non siamo più a quell’epoca e bisogna tener conto delle variazioni e delle scelte differenti. Tuttalpiù, bisogna cercare di dimostrargli che é possibile ed auspicabile, anche per i più anziani, il camminare normalmente, senza pesi superflui, con il necessario nello zaino, come fanno i camminanti di lungo corso.
Ai bordi dei cammini si osserva il va e vieni dei furgoni portabagagli… Come se la gente dovesse necessariamente portarsi dietro 30 kg di più. Ma, di che cosa di più? Possiamo dirgli che trovano tutto quello che gli puo’ servire, ma hanno talmente l’abitudine a spostarsi in auto, alle vacanze normali, ai bagagli ingombranti, che non riescono a concepire “la privazione, la semplicità, lo stretto necessario” che impone il peso dello zaino sulle spalle durante le lunghe giornate di marcia.
Ed allora, facciamo della pedagogia… si discute, si paragona, si invita… chissà se un giorno non capiscano e non vengano a fare un cammino “normale”…
Anche nei confronti degli sportivi in cerca d’exploit, di record; i bulimici del kilométraggio, del “io, io faccio…tot Km al giorno”, del “ io, io lo faccio in…tot giorni”. Come se fosse una maratona o una competizione.
Ai bordi dei cammini, passano anche i turisti che becchettano il cammino come degli uccelli che saltellano di città in città alla ricerca di cose da vedere senza mai entrare nello spirito del cammino: la fatica della marcia a piedi che diventa routine, le sensazioni che si accumulano, l’apertura necessaria agli altri camminanti come voi, la condivisione che diventa gioia di stare insieme, la solidarietà, il superamento di sé e della solitudine quotidiana, la relazione tra umani insomma, questo legame sociale che ci unisce tutti alla fine, quale che sia la nostra origine.
Solo o in gruppo
In coppia o solitari, in gruppo d’amici in vacanza o soli alla ricerca di qualcosa, li vediamo passare, ognuno la sua storia. E talvolta non abbiamo voglia di ascoltare le “solite storie”. Soprattutto quelli che appaiono come dei professionisti della parola e del “io, io…”.
Talvolta aspettiamo che l’altro si apra; aspettiamo e non dice niente; é troppo presto ? o troppo tardi??? Speriamo che prima della fine possano riuscirvi.
Talvolta i gruppi organizzati numerosi (spesso ripiegati su loro stessi) ci disturbano perché alterano la vita dell’albergue, occupano tempo e spazi. Talvolta li rifiutiamo e li mandiamo a mangiare in un altro posto o li indirizziamo all’hôtel (loro sanno il perché).
Ai bordi dei cammini, si puo’ cercare di dargli qualche suggerimento preso dalla nostra esperienza e fargli vedere che esistono anche altre maniere di farlo. Senza, per questo, metterci dei fini metafisici o extraterrestri o mistici.
Ai bordi dei cammini dobbiamo fare in modo che “ lo spirito del cammino” entri anche nelle loro abitudini con il nostro servizio ed esempio.
Noi dobbiamo garantire degli albergues accoglienti e puliti, delle infrastrutture funzionali, delle cure ed attenzioni alle persone, dei suggerimenti per i cammini. Che sia equipaggiata con Que..ua o Decat… o altre marche, che sia povera, a piedi od in bici, locale o straniera, pellegrina, camminante, sportiva, quello che ci interessa é che questa “ COMUNITA’ IN MARCIA” possa l’indomani riprendere il suo cammino, quale che sia, nelle migliori condizioni possibili.
La comunita’ in marcia riscopre la sua umanità e noi, ai bordi dei cammini, noi operiamo per questo.
St Palais, 28/09/07, Flavio Vandoni
version française : AU BORD DU CHEMIN
version española: reflexion a la orilla del camino