Storie sui pellegrinaggi a Compostela


Pellegrinaggi: gli inizi (di Christian Furia, in Notre histoire N° 168 – Note di Flavio Vandoni e Denise Péricard-Méa)


Gli inizi dei pellegrinaggi a Compostela sono dapprima molto modesti. Attirano solo dei fedeli galiziani. Si tratta di un pellegrinaggio locale come ne esistono tantissimi in tutta l’Europa cristiana di allora. Ma la protezione del re delle Asturie Alfonso II (792-842) e dei suoi successori aiuta il suo sviluppo progressivo. Alfonso III (866-910) rimpiazza nel 872 il modesto edificio d’Alfonso II con una costruzione più vasta, dove il vescovo d’Iria Flavia sposta la sua sede vescovile nel 900. Il locus sancti Jacobi diventa la villa sancti Jacobi.
E’ in questo periodo che il resto della cristianità viene a conoscere la scoperta delle reliquie. Le più antiche citazioni che ne testimoniano si trovano nel catalogo dei martiri scritto da Florus de Lyon e in quello di Saint-Germain-des-Prés, redatto verso 867. La riconquista della Navarra, agli inizi del 10° secolo, apre il passaggio dei pellegrini che arrivano dal nord dei Pirenei. Verso 930 é già segnalato il pellegrinaggio di un chierico handicappato proviniente dal sud della Germania.
Partono in seguito in pellegrinaggio nel 959 l’abate Césareo del monastèro di Sainte-Cécile di Monserrat, e nel 961 il conte di Rouergue, Raymond, che sarà assassinato sulla via di ritorno. Una prova della notoriétà della villa sancti Jacobi anche presso i musulmani é data dalla spedizione intrapresa nel 997 da Al Mansour : distrugge il santuario, ma rispetta la tomba.

Durante l’11° secolo, il pellegrinaggio continua a svilupparsi.

Con la riforma promossa da papa Gregorio VII tra 1050 e 1086, la Chiesa spagnola deve abbandonare i suoi particolarismi e sottomettersi ai riti romani. I monasteri adottano la regola benedettina. Lo sviluppo dei pellegrinaggi s’iscrive nel movimento generale di espansione dei pellegrinaggi in tutta l’Europa, salvo verso Roma che conosce una relativa stagnazione.
L’origine geografica dei pellegrini di Santiago s’estende progressivamente : se i pellegrini francesi o catalani sono sempre presenti a Compostella, vengono anche nella seconda metà dell’11° secolo dei pellegrini del Sacro Impero Romano Germanico: nel 1065 sono dei Valloni, dei Fiamminghi, dei Tedeschi. Poi verso la fine di questo secolo, arrivano degli Inglesi e degli Italiani.

L’importanza crescente del pellegrinaggio.

Lo sviluppo del pellegrinaggio a Compostella provoca un’aumento delle pretese dei vescovi di Compostella. Nel 1095, ottengono l’incorporazione del vescovato a Roma e l’elevazione al rango di arcivescovato nel 1120. La città si sviluppa sufficientemente intorno al santuario perchè si possa parlare, a partire dal 1150, di Civitas sancti Jacobi.
I secoli 12° e 13° costituiscono l’età d’oro del pellegrinaggio; i pellegrini vengono da tutta l’Europa, comprese le regioni le più lontane come la Scandinavia o l’Ungheria. Dei grandi personaggi sono segnalati: l’imperatrice Mathilde nel 1137, il re di Francia nel 1154. Ormai la notorietà di Compostella é pari a quella di Roma o di Gerusalemme.
Santiago gode di un certo numero di fattori favorevoli.
-Nell’epoca in cui il culto delle reliquie del Cristo e dei suoi compagni conosce un grande successo, Compostella possiede il solo corpo intero di un apostolo in tutto l’Occidente.
– Altro vantaggio : il declino relativo del pellegrinaggio a Roma tra il 10° ed il 12° secolo, a causa dei molteplici conflitti politici di cui é preda la Città Eterna.
– Gode anche dei problemi che si pongono per andare a Gerusalemme dopo la perdita definitiva della città nel 1244, mentre il papato cerca di promuovere una nuova crociata in Europa ai danni di un pellegrinaggio lontano che é fonte di ricchezza per gli Infedeli. In Spagna, al contrario, pellegrinaggio e crociata rimangono spesso associati.

Il ruolo dell’abbazia borgognona di Cluny.

La terza abbazia di Cluny, i cui lavori cominciarono nel 1088.

Vivaci controversie sono sorte intorno al suo ruolo nell’organizzazione del pellegrinaggio e nella riforma del monachesimo spagnolo. Talvolta esagerato, talvolta negato, lo si puo’ situare in una posizione intermedia nel contesto dell’epoca.
I reami spagnoli non sono mai appartenuti all’impero carolingio e quindi la riforma di san Benedetto d’Aniane che impone la regola benedettina a tutti i monasteri dell’Impero nel 817 non ha potuto esservi applicata. I monasteri spagnoli quindi adottano questa regola solo nel corso del 11° secolo, senza per questo essere integrati nell’Ordine di Cluny (che ottiene il monastero di san Zoilo a Carrion de los Condes tra il 1076-1080 e da li’ si sviluppa fino ad avere 34 monasteri di cui circa la metà con San Zoilo e gli altri con san Isidro de Dueña-Leon- NDR).
Si cifrano in 14 le fondazioni cluniacensi in Spagna, di cui solo la metà situata in prossimità del cammino di Santiago (in effetti la cifra é errata e solo nei pressi del camino frances sono 10 e gli altri sono sempre vicino a tracciati degli altri itinerari a Santiago-NDR). Ma, se nessun abate di Cluny ha effettuato il pellegrinaggio a Compostella, Cluny ed i suoi abati, come sant’ Hugues (1049-1109) o Pierre le Vénérable (1122-1156), hanno avuto numerosi contatti con alcuni vescovi e con i sovrani spagnoli che hanno partecipato con le loro donazioni alla costruzione della maestosa chiesa di Cluny III (in effetti, le cronache ed i capitoli scritti rimasti intatti testimoniano di uno stretto legame tra regnanti, aristocrazia, vescovi e Cluny-NDR).
Nel 12° secolo, l’influenza di Cîteaux (Cistercensi) si sostituisce progressivamente a quella di Cluny. Nel 1195, Alfonso VIII affida ai cistercensi di Las Huelgas la gestione del”hopital del rey”, il più importante dei 32 ospitali che conta allora Burgos. (Dal 1100 in poi l’ECCLESIA CLUNIACENSIS si scinde in due campi avversi; nel 1200 si fonda l’ordine di Cluny che conta al suo apogeo 300 monasteri con 10000 monaci. Ma, prima il suo ruolo politico nella “Pace di dio e tregua di dio”, nella riforma gregoriana e nella lotta contro l’imperatore dal 950 al 1076, e poi la crisi secolare dal 1250 al 1350 per le imposte tra i monasteri e le chiese locali sottoposte ai vescovi (Calahorra e concilio di Lione), porteranno alla sottomissione al potere locale e centrale e ad un ripiegamento in terra francese dal 1300. Altri ordini monastici particolarmente incaricati di funzioni d’assistenza si impiantano lungo il cammino “francès” come gli Antonini a Castrojériz, i Templari a Ponferrada, Cizur menor, Villasirga, l’ordine di Santiago della spada all’hostal San Marcos di Leon.

Cammini: gli inizi (di Christian Furia in Notre histoire N° 168)

La “Guida del pellegrino” di Aimery Picaud.


Da quando l’hanno riscoperta nel 1882, la Guida del pellegrino di Aimery Picaud é diventata un riferimento, una veritabile guida ufficiale. E’ comune l’affermazione che il pellegrino di allora utilizzava in Francia quattro “cammini” di cui tre si riunivano a Ostabat. Poi, dopo l’attraversamento dei Pirenei, i due cammini di Navarra e d’Aragona convergevano a Puente la Reina per diventare uno solo fino a Compostella.
Ma prima di essere cosi’ définitivamente “ufficializzato”, il Cammino ha avuto una storia complessa ed il suo percorso é molto cambiato di secolo in secolo. In ogni epoca, anche in Spagna, ci sono state parecchie possibilità per andare dai Pirenei a Compostella, senza dimenticare i differenti itinerari provenienti da altre regioni della penisola iberica.
I diversi itinerari devono pemettere ai pellegrini di raggiungere Compostella per vie sicure, lontano da zone di combattimento, e pratiche, per attraversare i differenti ostacoli naturali come fiumi e montagne. I pellegrini visitano anche il più grande numero di santuari, dove riposano corpi santi e sono venerate reliquie insigni. Il cammino é regolarmente oggetto della sollecitudine dei sovrani spagnoli, che sono spesso all’origine della costruzione di ponti, strade ed ospitali.

Diversi itinerari

Nel Leonese ed in Galizia, dal 9° secolo, i primi pellegrini riutilizzano la rete viaria romana preesistente che collegava la Galizia al resto della Spagna per mezzo dell’asse strategico Est-Ovest.
Quando, a partire dal 910, Alfonso III trasferisce a Leon la capitale del regno, una “nuova” via é utilizzata, per Astorga ed i monti di Leon. In Navarra e Aragona, l’itinerario é condizionato dal passaggio dei Pirenei. Probabilmente si passava per il col du Somport, malgrado la sua altitudine elevata (quasi 1640 m), a causa dei problemi di sicurezza in prossimità della costa atlantica per gli attacchi normanni nel corso del 10° ed inizi del 11° secolo.
Ma una via romana passava già da prima per il col di Roncisvalle e l’azione dei re di Navarra e l’attiva pubblicità effettuata dal monastero-ospitale di Nostra Signora di Roncisvalle (fondato nel 1127), la fecero diventare rapidamente molto frequentata.
Un terzo passaggio, che é stato anche ulteriormente utilizzato tra Bayonne e Pamplona, passa per il col de Velate, a 850 m d’altitudine (via del Baztan ndr).
L’itinerario lungo la costa atlantica si svilupperà poi, con l’incorporazione della Guipuzcoa alla Castilla da parte di Alfonso X, che fa’ costruire una strada da Irun a Burgos passando per Vitoria e Miranda de Ebro (via del tunel di san Adrian ndr).
Numerosi pellegrini spagnoli usano gli stessi itinerari in senso contrario, per andare a Roma o soprattutto a Notre-Dame de Rocamadour, che divenne, a partire dalla fine del 12° secolo, il più grande pellegrinaggio mariano dell’Occidente medievale.

San Giacomo e la Reconquista (di Christian Furia in Notre histoire N° 168)

Gli inizi.

All’inizio del 8° secolo, le armate arabo-berbere hanno conquistato la più grande parte della penisola iberica ai regni cristiani visigoti. Pelayo, della famiglia dei re visigoti, si rifugia nel 714 al nord, nelle montagne delle Asturie. Eletto re, si rifiuta di pagare il tributo ed attacca le piccole guarnigioni berbere. Nel 722 nelle gole di Covadonga ottiene la prima vittoria della Reconquista. I suoi successori consolidano il modesto ridotto iniziale e creano il regno delle Asturie con capitale Oviedo e che ingloba la Galizia. Continuano ad effettuare scorrerie in territorio musulmano, dove riescono ad impiantarsi in maniera permanente nella seconda metà del 8° secolo (valle del Miño e Galizia). Nello stesso tempo, il clero delle Asturie si lega all’Impero Carolingio che si installa in Catalogna.

San Giacomo.

Verso il 785 un chierico asturiano proclama san Giacomo evangelizzatore e patrono della Spagna e subito il testo viene inserito nella liturgia. (NDR: nel “Comentario al Apocalipsis” di Beato de Liébana (776 e 786) si trova un testo che menziona le vittorie dell’apostolo Santiago sui musulmani).
La scoperta della sua tomba, tra 813 e 830, appare come l’affermazione della fede comune che unisce, di fronte ai musulmani, i differenti popoli del nord della penisola (Asturiani, Cantabrici, Galiziani, Navarri, discendenti degli Svevi e dei Visigoti).
Il regno cristiano di Navarra si costituisce progressivamente nella prima metà del 9° secolo, cosa che facilita le relazioni dei cristiani spagnoli con il resto della cristianità.
Il pellegrinaggio nascente, grazie alla notoriétà dell’Apostolo, diventerà il principale elemento di contatto tra i regni cristiani spagnoli ed il resto del mondo cristiano.

Reami di Leon, Galizia, Asturie, Castiglia.

La Spagna durante la Reconquista

Il regno delle Asturie si pone come erede dell’antico regno wisigoto e riunisce le sue forze intorno alla capitale, dove risiedono il re e la sua corte (Oviedo, poi dal 910 Leon), ed al polo religioso che é la tomba di san Giacomo in Galizia.
La Reconquista acquista una giustificazione religiosa : si tratta di restituire alla fede cristiana i territori evangelizzati dall’Apostolo. Ben presto il san Giacomo Matamoros (l’uccisore di Mori) appare su più di 15 campi i battaglia (Clavijo, nel 844 secondo la leggenda, in effetti nel 859; Simancas nel 938; Coimbra (1064); Las Navas de Tolosa nel 1212, etc.).
Alla fine dell’11° secolo i regni di Leon, Galizia e Asturie ne formano uno solo, che si riunirà alla Castiglia nel 1230.